Una bella sorpresa la cena al ristorante del Belgio in Expo
Il Belgio, dove scelte architettoniche di grande impatto visivo si uniscono a opere d’arte perfettamente integrate negli ampi spazi della struttura, è sicuramente uno dei padiglioni di Expo che reputiamo più interessanti. Dal punto di vista food il padiglione belga offre ai visitatori un’ampia gamma di possibilità: due chioschi esterni, dove si vendono rispettivamente le ormai famosissime patatine fritte e i ghiottissimi waffel, una rifornitissima birreria interna e, sempre all’interno, un vero e proprio ristorante gastronomico con piccola terrazza.
Per la nostra cena optiamo per il servizio al tavolo e, quindi, ci accomodiamo al ristorante del Belgio in una saletta con vista sull’enorme cupola che richiama l’Atomium di Bruxelles, costruito per l’Esposizione Universale del 1958, e sulla grande spirale a forma di DNA con suggestive fioriere sospese.
La location è alquanto particolare e davvero pregevole anche da un punto di vista artistico, infatti, sul soffitto campeggia l’installazione di Piet Boon, costituita da una gran quantità di piatti e bicchieri della Serax, mentre sulle pareti trovano spazio una reinterpretazione della Dama con ermellino di Leonardo ispirata al surrealista italiano Fornasetti, le fotografie di food fiction di Laurence Soetens e altre opere di Jean-Paul Lespagnard e Carlos Huber. Nutrire il corpo ma anche la mente, sembra essere la filosofia ispiratrice di questo bellissimo food corner, purtroppo per ora poco conosciuto ai più.
Per avere una migliore visuale sullo splendido padiglione e sulla particolare ed elegante sala ristorante, prendiamo posto, su un lato della sala, a un grazioso tavolo quadrato ben apparecchiato.
L’ambientazione promette molto bene e anche il menù del ristorante del Belgio, sebbene non offra una scelta molto ampia, solo due antipasti, tre secondi e il dessert del giorno, si presenta come un bel concentrato di piatti di terra e di mare del paese del nord Europa.
Scegliamo un paio di antipasti e un secondo sostanzioso da condividere.
La birra del giorno, proposta nel menu, pare non si adatti molto alle nostre scelte gastronomiche e quindi, con grande professionalità e gentilezza il cameriere ci consiglia una birra Kwak fuori menu, perfetto abbinamento per la nostra cena.
Mentre attendiamo le prime portate ci portano in tavola un graziosissimo tagliere con il pane e l’immancabile cocottina con il burro da spalmare, nonché, come amuse bouche, una ciotolina di olive nere e verdi proprio buone.
Dopo un tempo di attesa nè troppo breve nè troppo lungo, arriva il primo antipasto, delle Croquettes aux crevettes grises, un piatto molto convincente e alquanto raro da trovare in Italia, soprattutto per la difficoltà di reperimento dei gamberetti grigi. I piccolissimi crostacei sono dolcissimi e il fritto è leggero e saporito. L’insalata di contorno è condita con una salsina molto appetitosa che ben si lega alle crocchette.
Segue una seconda declinazione di gamberetti con i Tomates farcies aux crevettes grises, piatto fuori menu, espressamente realizzato dallo chef solo per noi. Piccole attenzioni che fanno la differenza, frutto anche della presenza di una sempre gradita cucina espressa. Su un letto di insalata fa bella mostra di sé un generoso pomodoro, farcito con i gamberetti grigi in salsa, il tutto guarnito da un ramoscello di profumatissimo basilico rosso.
Piatto forte della nostra cena è la Carbonnades flammandes che avevamo già deciso di partager e così, molto gentilmente, ci viene servita in due pentolini separati e con due insalate già sporzionate. Il piatto è veramente sostanzioso, uno spezzatino eccellente, morbido e saporito, accompagnato da una bella insalata mista e dalle rinomate patatine fritte del Belgio. Lo spezzatino è incredibilmente leggero, sebbene la carne sia praticamente immersa nella salsa di cottura, segno indiscutibile di un’ottima cucina e di una grande bravura dello chef e di tutta la brigata di cucina.
Le belgian fries, tanto acclamate praticamente da tutti i visitatori di Expo, sono all’altezza delle aspettative, croccanti e gustose. Semplicemente perfette. Abbinate ed esaltate da una profumatissima maionese aromatizzata all’aglio, saporita ma molto leggera.
Proprio una bella sorpresa la nostra cena al ristorante del Belgio che ci ha veramente deliziati e coccolati con il suo charme e la sua tranquillità. L’ambientazione colta e scenografica, la cortesia del personale e la prelibatezza del cibo, molto gustoso e di qualità, sono state il giusto coronamento della visita a uno dei padiglioni tra i più piacevoli di tutta l’Expo.
Alziamo le forchette, si vota!
Locale: atmosfera da galleria d’arte, 9.
Servizio: cortesia e professionalità, 9.
Lingue parlate: italiano, francese, inglese, 8.
Menu: pochi piatti ma di qualità, 8.
Cucina: di tradizione e sostanza, ottima, 9.
Conto per 2: 56 euro per due antipasti, un secondo, due birre e coperto.
Fascia di prezzo: medio/alta.
Rapporto qualità prezzo: buono, 8.