Ristorante ecuadoregno in Expo

A cena sui trespoli del ristorante ecuadoregno in Expo

ristorante ecuadoregno in Expo
ristorante ecuadoregno in Expo

Il padiglione ecuadoregno in Expo è davvero molto allegro e colorato,  con le sue pareti ricoperte da un variopinto disegno etnico realizzato con centinaia di catenelle policrome di alluminio disposte a guisa di tenda e il Pata Azul, l’uccello marino delle Galápagos con le zampe azzurre che accoglie simpaticamente all’ingresso i visitatori. All’interno del padiglione il tema della biodiversità è sviluppato mediante una descrizione delle varie regioni dello stato sudamericano e una spiegazione dei prodotti tipici nazionali alla base delle differenti culture gastronomiche ecuadoregne. Alla fine del percorso, uscendo dal padiglione sulla destra, si trova il ristorante ecuadoregno, accessibile anche direttamente dall’esterno, sul lato sinistro della struttura. In realtà il ristorante dell’Ecuador non è un vero e proprio ristorante, ma un food corner a self service attrezzato con alcuni tavolini alti, qualche sgabello e poco più. Il menu è esposto all’esterno su un grande cartellone multicolore; una volta scelti i piatti ci si mette in coda alla cassa e, dopo aver pagato, si attende di essere chiamati dal passavivande della cucina per ritirare le pietanze ordinate.
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Ristorante angolano in Expo 2015

I profumi e i colori della cucina meticcia di Elsa Viana chef del ristorante angolano

ristorante angolano in Expo
ristorante angolano in Expo

Il padiglione dell’Angola, paese ricchissimo di risorse naturali, è un tripudio di prodotti della natura, essenze arboree e fiori; grazie a un clima e a un’ubicazione geografica particolarmente favorevoli, questa terra dell’Africa centro-occidentale si caratterizza proprio per una vegetazione rigogliosa e una grande biodiversità sia terrestre sia marina. Giunti all’ultimo piano del padiglione, prima di varcare la soglia del ristorante angolano, si apre alla nostra vista una magnifica terrazza con grandi fioriere bianche contenenti innumerevoli specie della flora angolana, scelte con somma perizia per garantire una fioritura continua, con un susseguirsi di nuovi colori e profumi durante tutto il semestre di Expo.
Il ristorante gastronomico angolano è proprio ospitato su questa terrazza fiorita, tra l’altro una delle più alte di Expo, dalla quale si gode una splendida vista sul Decumano e sullo skyline di Milano. In lontananza svetta la Torre Isozaki di Allianz nel nuovo quartiere di CityLife, il grattacielo più alto della città edificato nell’area occupata un tempo dalla Fiera Campionaria, dove, tra l’altro, nel 1906 sorgevano alcuni padiglioni della Prima Esposizione Universale organizzata a Milano.
Sulla terrazza ci sono fiori ovunque, di ogni foggia e colore, un mix perfettamente riuscito di orto-giardino, un piccolo angolo di Angola magistralmente riprodotto in Expo: palme, geranei azzurri parigini, cereali, peperoncini, pareti allestite con veri e propri giardini verticali e una bellissima bouganvillea che scende verso la parte centrale del padiglione.
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Ristorante omanita Al’Sablah in Expo

La cucina speziata e profumata del ristorante omanita

Al'Sablah ristorante omanita in Expo
Al’Sablah ristorante omanita in Expo

Il  Sultanato dell’Oman è l’ultimo padiglione nazionale affacciato sul Decumano, agli estremi confini est dell’Expo, praticamente a due passi da Milano. La grande e imponente struttura sembra una vera cittadina omanita, parzialmente inglobata in una collina di rocce desertiche. Tutta la costruzione, che richiama le architetture tipiche del sultanato, è davvero molto suggestiva, soprattutto al calar della sera, e comprende al suo interno un bel ristorante e un piccolo juice bar. Il ristorante dell’OmanAl’Sablah” è diviso in due zone, una esterna, molto caratteristica e di grande impatto: ampi tavoli con copertura a baldacchino, deliziosamente ambientati tra altissime palme e giochi d’acqua, proprio come in un’accogliente oasi nel deserto della Penisola arabica.
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Zuppa di cetrioli, il Messico in Expo

La ricetta della zuppa di cetrioli del ristorante del Messico

Ingredienti principali zuppa di cetrioli ristorante messicano in Expo
Ingredienti principali zuppa di cetrioli ristorante messicano in Expo

Nuovo padiglione, nuova ricetta: dal medio-oriente ci spostiamo in America. Infatti, il piatto di oggi è una vera prelibatezza dal Messico di Alejandro Santander, il sopraffino primo chef del ristorante del padiglione messicano in Expo e insegnante di cucina nelle migliori scuole della capitale in patria.
Durante un’amabile chiacchierata, dopo la nostra fantastica cena sulla terrazza del Messico, con il restaurant manager Pier Carlo Bosio a far da interprete italiano-spagnolo, il disponibilissimo Alejandro ci ha svelato, in esclusiva per il nostro blog inexpo.it, la ricetta della sua Sopa fría de pepino con camarón y manzana verde ovvero Zuppa fredda di cetrioli con gamberi e mela verde.
Come potete immaginare si tratta di un piatto molto fresco e particolare, ottimo anche come antipasto per questo periodo di gran caldo estivo, a base di ingredienti tipici della cucina tradizionale messicana, come il guacamole, ma rivisitati in chiave moderna. La Sopa fría de pepino con camarón y manzana verde è una zuppa di cetrioli di una freschezza sensazionale, un mix di sapori dolci e aciduli, che rendono il piatto uno dei più interessanti di Expo. L’unica vera difficoltà per la realizzazione di questa piacevolissima ricetta potrebbe essere la reperibilità in Italia dell’acqua di cocco, ma Alejandro ci ha garantito che esiste in commercio un preparato solubile per realizzarla comodamente a casa nostra.
E allora, visto il caldo, andiamo in cucina, ma con i fornelli spenti, e seguiamo passo passo la realizzazione di questo appetitoso piatto!
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Ristorante coreano in Expo Milano 2015

Cena Hansik nel ristorante coreano Bibigo

Padiglione e ristorante coreano in Expo
Padiglione e ristorante coreano in Expo

Dopo cinese, giapponese e fusion, la cucina coreana si sta affermando sempre più come l’ultima frontiera nel panorama dei ristoranti  asiatici milanesi. Chiusi per cambio locale Arirang e Hana, due delle proposte più interessanti in città, decidiamo di testare il ristorante del padiglione della Corea del Sud, tra l’altro, a nostro parere, uno dei più belli e interessanti di tutta l’Expo.
All’esterno del ristorante coreano, ubicato al pian terreno del padiglione, una gentile cameriera prende i nomi dei clienti, inserendoli nella lista d’attesa che, peraltro, non è mai molto lunga, in quanto i posti a sedere sono davvero parecchi. Infatti, dopo pochi minuti ci chiama e ci accompagna al nostro tavolo. Il locale è molto moderno, senza riferimenti diretti al paese asiatico, se non per i grandi monitor che trasmettono senza sosta splendide immagini di paesaggi coreani. Il filo cromatico conduttore di tutto il Padiglione della Corea del Sud è il bianco, ripreso anche per muri, tavoli e sedie del ristorante, tutti rigorosamente bianchi, che risplendono nella luce che entra dalle grandi vetrate. La mise en place è essenziale, niente tovaglie, runner e tovagliette, solo un tovagliolo di carta (peccato) su cui poggiano le classiche bacchette e un cucchiaio in metallo, con un bel bicchiere di ceramica color verde acqua.
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