La gestione impeccabile di Café Fairmont Monte Carlo per Bistro, il ristorante del padiglione del Principato di Monaco
A volte è difficile spiegarne il perchè, sarà per quell’atmosfera tranquilla, per quell’eleganza innata e mai ostentata e per il senso di ospitalità delle persone che ci lavorano, ma ci sono ristoranti dove ci si sente da subito a casa. E il ristorante Bistro del Padiglione Monaco in Expo per noi è proprio uno di questi luoghi. All’interno, in un’atmosfera sobria ma chic, trovano posto pochi tavoli quadrati di dimensione generosa, ben apparecchiati e ben distanziati tra loro; davanti al padiglione, un elegante déhors per un aperitivo o per cenare all’aperto.
Facciamo solo pochi passi verso l’entrata del ristorante e un cameriere, in elegante completo scuro, viene ad accoglierci e ci accompagna al nostro tavolo. Nella mise en place notiamo subito il piattino per il pane, avvistato raramente in Expo e invece assai gradito, bello e utile, e i bellissimi bicchieri double face by San Pellegrino, dal lato più basso si beve l’acqua liscia e da quello più alto la frizzante.
La gestione del ristorante è stata affidata all’eccellenza gastronomica del Café Fairmont Monte Carlo, in collaborazione con Mosimann’s di Londra e quindi, ne siamo certi, la nostra cena al ristorante Bistro del Principato di Monaco sarà una gradevolissima esperienza. Tra l’altro, la firma del menu del Café Fairmont in Expo è quella dell’Executive Chef Philippe Joannés, insignito nel Principato del titolo “meilleur ouvrier de France”. Sul menu leggiamo la sua filosofia: prediligere prodotti locali, di stagione e le varietà raccomandate dal programma Mr. Goodfish in partnership con la fondazione Principe Alberto II di Monaco. Decisamente un ottimo inizio.
Mentre scegliamo dalle proposte in carta, tutti piatti mediterranei, a metà tra la tradizione ligure e la profumata cucina franco-provenzale, Massimo Sacco, il restaurant manager, e Mariam Aitssi, la sua gentilissima e preziosa restaurant manager assistant, ci propongono come aperitivo due calici di Château Léoube rosé, un interessante e piacevole vino provenzale da agricoltura biologica. Il vino è ottimo, fresco e porta con sé tutti i profumi del mare e della macchia mediterranea.
Ordiniamo e, dopo poco, arriva in tavola il primo antipasto, la Trilogie de Quinoa et tartare de légumes, Gaspacho de Légumes du soleil, Barbajuans sur lit de Mesclun ovvero una Trilogia di Quinoa e tartare di verdure, gazpacho di verdure del sole, barbajuans su letto d’insalata. La coreografica presentazione prevede due piccoli bicchierini che contengono il gazpacho, formidabile e profumatissimo, e la quinoa, molto fresca e resa saporita da un generoso utilizzo di piccole verdure. A fianco, su un letto di insalatina, fan bella mostra i Barbajuans, piccoli ravioli fritti tipici del Principato, molto graziosi e appetitosi.
Il secondo antipasto è il Cœur de Saumon fumé aux deux Pommes, leggasi Cuore di salmone affumicato alle due mele, un piatto semplicissimo ma di grande soddisfazione. Il salmone non è troppo affumicato e l’aspro delle mele stempera ancora di più il sapore deciso del pesce. La presentazione è intrigante e il rosé della Provenza si sposa perfettamente con la forte personalità di entrambi gli antipasti.
A questo punto segue il secondo di pesce: il Pavé de loup, façon “stockfish”, cioè Branzino alla moda “stoccafisso”. Il pesce, sapientemente cotto alla piastra, è freschissimo e profumato, arricchito dai profumi e dai sapori mediterranei della deliziosa salsina di accompagnamento e dalle verdure croccanti, sedano, cipollotti e germogli freschi di senape.
Infine è la volta di un secondo di carne, Bœuf de deux façons, rôtie et en Ravioles de Daube, poêlée d’Asperges et Ciboules, c’est-à-dire, Manzo in due modi, arrosto e in farcitura di ravioli, punte di asparagi in padella e cipolla. Il piatto è inconsueto, un mix tipicamente francese di primo e secondo presentati insieme nella stessa portata, ma l’accoppiata è vincente e, unita agli asparagi e al sugo dell’arrosto, rende la preparazione davvero molto gustosa.
Anche i dessert in carta promettono di essere molto intriganti, ma siamo ormai sazi e, per chiudere in dolcezza l’ottima cena, troviamo giusto un piccolo spazio per un assaggio di Fougasse, una squisita e particolare focaccia dolce monegasca aromatizzata all’anice e ricoperta di scaglie di mandorle.
Ormai è tardi, Expo chiude tra poco, mentre gli ultimi avventori lasciano il locale paghiamo il conto e scambiamo ancora qualche parola con la gentilissima Mariam, che con grande senso dell’ospitalità ci accompagna fino al Decumano, lasciandoci la piacevole sensazione di essere stati a cena a casa di amici e non al ristorante del Principato di Monaco. Piccoli particolari che come sempre fanno la differenza.
Il Café Fairmont del Padiglione monegasco è dunque il luogo ideale per una cena all’insegna della qualità, dove degustare una cucina gastronomica fresca, profumata e raffinata, molto curata sia nell’esecuzione sia nella presentazione dei piatti, in un ambiente elegante e accogliente.
Un servizio di prim’ordine in sala e una brigata di cucina molto affiatata consentono di raggiungere livelli di vera eccellenza, in uno dei migliori locali di tutta Expo, di sicuro l’unico in grado di regalarvi una cena veramente principesca.
Alziamo le forchette, si vota!
Locale: classe ed eleganza allo stato puro, 9.
Servizio: cortesia e grande professionalità, 9.
Lingue parlate: italiano, francese, inglese, arabo, 9.
Menu: non tanti piatti, ma di qualità eccelsa, 9.
Cucina: ligure-monegasca-mediterranea, ottima, 9.
Conto per 2: 62 euro per due menu da due portate e due calici di vino.
Fascia di prezzo: media.
Rapporto qualità prezzo: ottimo, 8.