La cucina speziata e profumata del ristorante omanita

Il Sultanato dell’Oman è l’ultimo padiglione nazionale affacciato sul Decumano, agli estremi confini est dell’Expo, praticamente a due passi da Milano. La grande e imponente struttura sembra una vera cittadina omanita, parzialmente inglobata in una collina di rocce desertiche. Tutta la costruzione, che richiama le architetture tipiche del sultanato, è davvero molto suggestiva, soprattutto al calar della sera, e comprende al suo interno un bel ristorante e un piccolo juice bar. Il ristorante dell’Oman “Al’Sablah” è diviso in due zone, una esterna, molto caratteristica e di grande impatto: ampi tavoli con copertura a baldacchino, deliziosamente ambientati tra altissime palme e giochi d’acqua, proprio come in un’accogliente oasi nel deserto della Penisola arabica.

All’interno del padiglione trova invece posto un’ariosa e accogliente sala climatizzata e dall’atmosfera molto particolare, resa ancora più gradevole dalle piccole lanterne appese al soffitto a guisa di lampadari e dalle griglie alle finestre in stile arabeggiante.

Decidiamo di accomodarci all’interno, sia per la piacevole aria condizionata, sia per esigenze di maggior luce per le fotografie dei piatti. E si rivelerà essere un’ottima scelta: le poltroncine di pelle gialle e bianche, rese, ancora più eleganti dal piccolo bottoncino sullo schienale, sono molto comode e contribuiscono a metterci ancora di più a nostro agio.

L’ampia sala dispone di parecchi tavoli ben distanziati e molto ben apparecchiati, con una mise en place da vero ristorante. Una piccola orchidea e un grazioso lume di candela ingentiliscono il tavolo e sulla pratica e graziosa tovaglietta all’americana sono posti un coltello e una forchetta che, subito dopo aver effettuato l’ordinazione, come per magia, raddoppiano di numero.

I camerieri del ristorante dell’Oman sono molto eleganti, giacca e cravatta per i ragazzi e tailleur blu per le ragazze. L’abbigliamento richiama molto le divise di hostess e steward, infatti, non a caso, la gestione del ristorante è affidata alla Do&Co, azienda italiana di ristorazione e catering che vanta tra i suoi clienti svariate compagnie aeree dei paesi arabi. La gentilissima e frizzante cameriera Tatiana, molto preparata e attenta nonostante la sua giovane età, ci illustra con dovizia di particolari e con estrema precisione tutti i piatti in menu, tra l’altro visionabili nell’ampio buffet al centro della sala. Dopo un po’ di titubanza, attirati da tante proposte interessanti, decidiamo per tre antipasti e un piatto principale, accompagnandoli con un cocktail detox e acqua minerale.
Mentre attendiamo di incominciare la nostra cena al ristorante dell’Oman, Tatiana ci serve l’acqua e il Golden Spice, un estratto di ananas, mela verde, barbabietola gialla, limone, aromatizzato con zenzero, cannella e pan pepato. Consigliatissimo: è proprio una bevanda molto gustosa ed energizzante.

Dopo pochi minuti ecco arrivare in tavola il primo antipasto, la Zuppa speziata di lenticchie rosse e spiedino di pollo. Lo spiedino, aromatizzato alla curcuma, intinto nella zuppetta a base di lenticchie, cumino e coriandolo è molto gustoso e nell’insieme risulta un piatto speziato, ma non troppo. Un ottimo antipasto con il quale iniziare degnamente un’ottima cena.

Segue un altro antipasto, la Selezione di Arabic Mezzeh. Adagiati su un grazioso piatto triangolare troviamo quattro assaggi di alcuni tra i piatti più tipici del Sultanato, che andremo a presentarvi uno per uno, partendo dall’alto e procedendo in senso orario.
Il primo che assaggiamo è il Muhamara, una crema a base di peperone, melassa di melograno e pomodoro confit, decorata con qualche gheriglio di noce. Il sapore del peperone è preponderante ed è molto buono, accompagnato con l’abbondante pane che comprende anche una pita già sporzionata.
La freschissima insalata di Tabbouleh è molto diversa dalle altre già provate in Expo, in quanto la percentuale di prezzemolo è decisamente più abbondante e il cous cous con i pomodori sono solo una specie di guarnitura. Ottima, fresca e profumata.
Non poteva mancare un piccolo assaggio di Hummus, la classica crema di ceci, nella versione omanita viene condita con una spolverata di paprika che rende più piccante e ancora più accattivante la ricetta originale.
Infine la Eggplant salad, ovvero un’insalata di melanzane, lavorate con yogurt e aromatizzate con menta e pepe. Il risultato è una crema di un ottimo sapore, molto fresca e profumata che ben si sposa con i pomodori di accompagnamento.

Il terzo antipasto è l’Insalata di gamberi Piri Piri: un pietanza veramente convincente e molto buona, decisamente la migliore della serata. I grossi e dolcissimi gamberi sono guarniti da una specie di panzanella senza pane, un misto di olive, cipolle, pomodori, cetrioli e peperoni accompagnati da una graziosa cocottina con una salsa agrodolce a base di aneto e piri piri, un tipo particolare di peperoncino. Il piatto è molto fresco, piuttosto speziato e abbellito da piccoli germogli di senape e basilico rosso.

Terminiamo la nostra cena con le Verdure Jalfrezi, un misto di carote, zucchine, broccoli e peperoni, accompagnato da una ciotolina di riso pilaf. Un piatto buono e abbastanza gustoso, la salsa è delicata e il sapore del riso cotto al forno è molto particolare.

Con il ristorante dell’Oman, dopo Qatar, Iran e Bahrain abbiamo pescato un altro asso e fatto un bel poker. Un’ulteriore conferma che i ristoranti medio-orientali in Expo sono una bella scoperta, oltre che una meta sicura per charme, fascino e qualità. La cucina molto speziata ma non troppo piccante del ristorante omanita è decisamente da provare. I piatti proposti in menu rendono un’idea molto precisa della cucina di questo paese arabo e sono ottimamente realizzati dallo staff italiano in cucina. Il servizio è rapido e i ragazzi di sala sono cortesi e sempre estremamente disponibili a fornire tutte le delucidazioni necessarie sul menu, allergeni compresi. I tavoli all’esterno sono tra i più romantici di tutta Expo, perfetti per un tête-à-tête, ma anche adatti una bella cena tra amici; Al’Sablah significa infatti condivisione e, indubbiamente, questo ristorante è uno dei locali migliori di Expo per condividere con altre persone la comune passione per il buon cibo e la scoperta di nuovi confini gastronomici e culturali.

Alziamo le forchette, si vota!
Locale: accogliente, tipico, 9.
Servizio: rapido e competente, 8.
Lingue parlate: italiano, francese, inglese, arabo, 9.
Menu: vario e tipico omanita, 8.
Cucina: di ottima fattura, piatti molto buoni, 9.
Conto: 51,20 € per tre antipasti, un piatto principale, acqua e una bevanda detox.
Fascia di prezzo: medio/alta.
Rapporto qualità prezzo: buono, 8.