Ristorante angolano in Expo 2015

I profumi e i colori della cucina meticcia di Elsa Viana chef del ristorante angolano

ristorante angolano in Expo
ristorante angolano in Expo

Il padiglione dell’Angola, paese ricchissimo di risorse naturali, è un tripudio di prodotti della natura, essenze arboree e fiori; grazie a un clima e a un’ubicazione geografica particolarmente favorevoli, questa terra dell’Africa centro-occidentale si caratterizza proprio per una vegetazione rigogliosa e una grande biodiversità sia terrestre sia marina. Giunti all’ultimo piano del padiglione, prima di varcare la soglia del ristorante angolano, si apre alla nostra vista una magnifica terrazza con grandi fioriere bianche contenenti innumerevoli specie della flora angolana, scelte con somma perizia per garantire una fioritura continua, con un susseguirsi di nuovi colori e profumi durante tutto il semestre di Expo.
Il ristorante gastronomico angolano è proprio ospitato su questa terrazza fiorita, tra l’altro una delle più alte di Expo, dalla quale si gode una splendida vista sul Decumano e sullo skyline di Milano. In lontananza svetta la Torre Isozaki di Allianz nel nuovo quartiere di CityLife, il grattacielo più alto della città edificato nell’area occupata un tempo dalla Fiera Campionaria, dove, tra l’altro, nel 1906 sorgevano alcuni padiglioni della Prima Esposizione Universale organizzata a Milano.
Sulla terrazza ci sono fiori ovunque, di ogni foggia e colore, un mix perfettamente riuscito di orto-giardino, un piccolo angolo di Angola magistralmente riprodotto in Expo: palme, geranei azzurri parigini, cereali, peperoncini, pareti allestite con veri e propri giardini verticali e una bellissima bouganvillea che scende verso la parte centrale del padiglione.
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Madrouba Bahraini, dal Bahrain in Expo

Il pollo c’è ma non si vede, la ricetta del Madrouba dal ristorante del Bahrain

Madrouba ristorante del Bahrain in Expo
Madrouba ristorante del Bahrain in Expo

C’era una volta un pollo, ma adesso non c’è più… Potrebbe iniziare così la presentazione della ricetta del Madrouba, il piatto di oggi del nostro Expo Ricettario. Sì, perchè del pollo nel piatto, apparentemente, non c’è neppure l’ombra, pur essendone l’ingrediente principale.
Tra i piatti più strani e particolari di tutta Expo, forse il meno conosciuto è proprio il Madrouba del ristorante del padiglione del Bahrain. In questo piccolo ma rigoglioso micro-habitat, accolti con grande cortesia da Francesco, Laura e Marco, è possibile assaggiare questa pietanza veramente molto strana, lontana anni luce dalla nostra tradizionale cucina occidentale. Come ci spiega Erinna, la giovane ma bravissima chef del ristorante, nella preparazione del Madrouba, per motivi di ordine religioso e culturale, il pollo viene letteralmente disintegrato, eliminando qualsiasi minima parte che non sia la carne. Dopo averlo ridotto in poltiglia, il volatile viene mischiato con il riso, tutt’altro che al dente, le verdure e aromatizzato con tante spezie: ne risulterà una crema dagli inebrianti profumi e complicati aromi. Una volta superata la probabile esitazione iniziale e dopo aver timidamente assaporato le prime cucchiaiate, magari ad occhi chiusi, ci si tufferà, rapidi e decisi come Tania Cagnotto, in un mondo gastronomico medio-orientale senza confini.
E allora, via verso nuove avventure culinarie, tutti ai fornelli, ma armatevi di tantissima pazienza perchè, se la preparazione del Machboos del Qatar era lunga, quella del Madrouba lo è ancora di più!
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